giovedì 10 marzo 2016

Intervista a Riccardo Wildties


Riccardo Wildties, quanto e com’è avvenuto il tuo primo approdo al BDSM? 
Cira 10 anni fa. Sono stato da sempre affiscinato dalle pratiche sessuali non convenzionali e stavo introducendo la mia compagna. Leggevavo libri, guardavamo video. Ci siamo imbattutti ne "Vangelo di eros". Ci piacquero le scene di dominazione. Da li cominciammo a informarci.
Quanto il BDSM è parte integrale della tua vita relazionale?
Oggi è una parte integrante e imprescindibile.
Il tuo esordio da Rigger è sostanzialmente autodidatta, da qui, la necessità di approfondire gli studi e conseguire progressi. Quali sono gli artisti a cui ti sei ispirato e perché?

All'inizio Hajime Kinoko e Wykd Dave soprattutto. Poi Naka Akira che è diventato il mio Maestro.
Oggi sei un Rigger di nota fama e molto attivo nello scenario europeo. Potresti annoverare le tappe più importanti del tuo percorso professionale? 
E' stato un percorso lungo, fatto di sacrifici, incontri importanti, scontri, ispirazioni. Ogni tappa è stata egualmente importante per la mia evoluzione, ma sicuramente l'incontro con Naka Akira è stato un momento cruciale.
Nel 2012 sedotto e ispirato dall’arte del Maestro Akira Naka decidi di intraprendere un nuovo stile in cui l’uso della corda è un mezzo estetico di tortura erotica. Puoi spiegarci in cosa consiste?
Creare bellezza attraverso la sofferenza. Uno stile di corda concentrato sulla bellezza del corpo e non della corda stessa. Uno stile che fa scaturire dalla persona legata emozioni forte, profonde, a volte oscure.
Nel 2013 il sogno di incontrare il Maestro Akira Naka diventa realtà. Come si è evoluto il vostro rapporto negli anni e quanto si è rivelato utile alla tua crescita professionale e spirituale?
Naka sensei è una persona speciale oltre che un grande legatore. I suoi consigli, i momenti passati a discutere di cosa il kinbaku sia, i suoi racconti, queste sono le cse più importanti che ho condiviso con lui. Molto più che la mera tecnica. Abbiamo un rapporto speciale, qualcosa nato al primo incontro che va oltre il rapporto Maestro/discepolo. Una sintonia che scattò improvvisamente al primo incontro. Purtroppo distanza e la barriera linguistica non ci permettono di comunicare come e quanto vorremmo. 
Siamo nel 2015, anno in cui, finalmente vieni ufficializzato “deschi” (discepolo) del Maestro. Un traguardo tanto ambito quanto frutto di sacrifici e rinunce. Puoi riportare in breve l’emozione di quel giorno? 
Fu un giorno particolare. Mi venne comunicato tramite mail, attraverso una traduzione. Pensai fosse un errore di traduzione e non gli detti troppa importanza. Poi andai in giappone e il Maestro ribadì il concetto. Per poco non svenivo, soprattutto quando decise di performare in duo con me in una delle sue celebri sessioni private.
In 10 anni di carriera sono accaduti eventi spiacevoli che hanno segnato il tuo operato?
Purtoppo gelosia, malelingue, invidie sono molto presenti in questo ambito. Ma preferisco andare per la mia strada e non darci troppo peso.
Come sono strutturati i tuoi Work shop? 
Non c'è una struttura fissa. Cerco sempre di adattarmi al livello e alle necessità individuali. Cerco di bilanciare pratica e teoria e cerco soprattutto di non insegnare a ripetere forme, ma a capire e pensare il bondage.
Quanto è importante per te il fattore sicurezza? 
Molto.Questo è un gioco e per mantenerlo un bel gioco bisogna renderlo ragionevolmente sicuro senza tuttavia diventare paranoici.
Quali sono i rischi di un errato utilizzo della corda? 
Le corde possono essere pericolose, ma anche una bicicletta può esserlo. Come tutte le attività umane se fatte senza conoscenza e senza un pochino di buonsenso ci si può far male.
Quali sono gli errori più comuni di un novizio? 
Voler fare più di quello che si è capaci di gestire, sopravvalutarsi e non lavorare sodo sulle basi.
Quali consigli senti di rivolgere al lettore affascinato di Bondage? 

Andare a vari eventi, vedere stili differenti, farsi una cultura storica e artistica e affidarsiolo a educatori professionisti.
Quale è oggi Il tuo rapporto con le corde? 
Sono il mio mezzo di espressione, uno strumento erotico e anche un modo di comunicare col partner. Ma sono cmq solo corde. Il kinbaku comicia prima della corda. Facendo un reso conto del tuo percorso cosa ti entusiasma maggiormente? Essere riuscito a guadagnarmi stima e rispetto in Giappone, la dove il kinbaku è nato.
Gli obiettivi futuri? 
Sto preparando un libro fotografico di bondage erotico e tradizionalee tengo molto a questo progetto. Continuo a studiare ed affinare il mio stile e la mia interpretazione dello stile del mio maestro. Esploro nuove forme e nuovi concetti e vorrei arrivare a trovare qualcosa che mi rappresenti totalmente. 
Un sogno da realizzare ?

Una collaborazione in video col mio Maestro.
1) Riccardo, guardando la sequenza delle foto che narrano l'esecuzione delle sue performance, sembra di osservare la Cappella Sistina, dei dannati ... non sono semplici scatti esplicativi, che vogliono condurre all' istantanea principale.... tutto e' essenziale, il primo e l'ultimo scatto.... cosa ci sta raccontando con queste immagini?
Una scena di bondage è una storia, tutto è importante, dal primo all’ultimo istante. E’ come fare l’amore, ogni istante deve essere speciale, dall’approccio alle coccole finali. Troppo spesso si vedono rigger concentrarsi solo sul momento culmine, di solito la sospensione. Il bondage giapponese non pone enfasi sulla legatura, ma sull’atto di legare, sull’interazione tra i due partecipanti.

2) Le prospettive, gli squarci delle foto, le torsioni del corpo della sua modella permettono di far penetrare il nostro sguardo, la nostra attenzione, la nostra voglia di sentire cio' che li viene rappresentato. E' cio' che lei vede ,sente,fa', cio' che noi vediamo?
Quando le foto le scatto io cerco di catturare il mio punto di vista, quando sono scattate da altri spesso la prospettiva è diversa. Non credo che lo spettatore possa avere una idea esatta di cosa vivo perché manca quella cosa principale, il contatto con la mia partner. Quello che si vede da fuori sono solo tracce di quello che ho vissuto con una lettura diversa da persona a persona.

3) Il corpo della modella che lei plasma, diventa estremamente plastico, scultoreo, le corde,che sembrano essere parte integrante della sua gestualita' esecutiva (ben si nota nei video), stringono, fasciano creano forme, tensioni. Le corde, cosa sono per lei?
Un mezzo di comunicazione, un media, una estensione delle mie mani.

4) Le sue modelle,sono delle dee, super donne, fisicamente e mentalmente, sono nelle sue mani totalmente guidate, non danno l'idea di recitare un ruolo, ma di vivere un esperienza, tutto sembra molto vero, palpabile. E' difficile trovare la giusta partner?
Sembra vero perché è vero. Non pianifico mai le mie performance e le vivo, e le mie partner le vivono, come sessioni di gioco. Trovare una partner per me non dipende da come vive il bondage ma dalla relazione tra noi. Il resto viene da solo.

5) La sua esecuzione di bondage e' molto carnale, primitiva, erotica, ma anche romantica, affettuosa (fantastico quando stacca la cera dal viso a fine rappresentazione, o quando abbraccia la sua modella confortandola), il tutto e' il frutto di grande esperienza e nella sua capacita' di attirare lo sguardo dello spettatore?
No. Non ci penso nemmeno al pubblico. Vado sul palco e lego esattamente come a casa, solo che in scena la modella ha un kimono. Non faccio show, faccio sessioni in pubblico. Seguo il mood che abbiamo quel giorno e a volte mi dimentico di essere sul palco.

 6) Come e' iniziato questo suo percorso ?
Ho cominciato 5 anni fa con il bdsm, soprattutto protocollo. Poi io e la mia partner abbiamo avuto una play partner che era amante delle corde e ho cominciato a provare.

7) E' un artista di fama internazionale, il bondage e' apprezzato ovunque in egual modo?
All’estero è in generale più apprezzato che in Italia, soprattutto per chi fa uno stile molto S/M come il mio. La gente è più ben disposta a pagare per apprendere ed il livello medio dei legatori è infinitamente superiore.

8) I suoi video sono una fantastica scoperta per chi non ha avuto l'onore di vedere dal vivo le sue rappresentazioni. Lei e' esigente, costantemente pressante nel suo agire, nemmeno per un attimo perde di vista la sua partner, come si affronta un esibizione di questo genere?
Come ho detto non faccio show, gioco su palco come faccio a casa. Un rigger che passa più tempo a guardare le corde che la sua partner fa l’amore con le corde e non con la ragazza. Quindi l’unica cosa che serve è una buona destrezza, tecnica, e la voglia di divertirsi. Non preparo nulla, vado sul palco e mi diverto come viene.

9) Cos e' per lei la Dominazione? 
Dare piacere a qualcuno assecondando i suoi desideri di sottomissione.

10) Fruste, cera, corde, bamboo,....vengono da lei utilizzati per stimolare al massimo le potenzialita' sue o della partner?
Il mio bondage è piuttosto endorfinico per la modella, sofferenza lenta e progressiva. Gli strumenti verberatori permetto di aggiungere un pochino di adrenalina. La cera è una coccola.

11) Il nostro Riccardo, nel suo privato e' molto differente ? Che genere di uomo e' lei?
La mia vita privata e quella pubblica non hanno nette distinzioni. In privato sorrido di più che sul palco però.

 12) Cosa desidera realizzare ora Riccardo Wildties?
 Migliorare il mio stile ed avvicinarmi ancora di più ai canoni estetici più tradizionali.

13) Riccardo , sappiamo che ha avuto collaborazioni importanti con altri Rigger, che significato hanno avuto queste esperienze?
Tutte le opportunità di scambio con rigger internazionali sono ottime possibilità di crescere ed imparare. Ho la fortuna/sfortuna di lavorare soprattutto all’estero e questo mi da la possibilità di lavorare con tanti ottimi legatori e crescere.

14) Lei organizza corsi di bondage, una grande responsabilita', perche?
Insegno perché è il mio lavoro. Sono un rigger full time. Inoltre ho di natura buoni doti pedagogiche e amo insegnare.

15) Cio' di cui abbiamo parlato fin ora, ha dispiegato a grandi linee, il suo essere Rigger, ancora non abbiamo toccato la problematica della sicurezza. A tal riguardo è' stato recentemente pubblicato nel blog:"http://bdsmcultura.blogspot.it" un suo video nel quale si argomenta la questione. Potrebbe in sintesi riassumere quelli che sono i punti essenziali a cui un aspirante Rigger deve attenersi? 
Prendere lezioni da professionisti affermati e non dal primo che viene. Non fare qualcosa che non potremmo fare a occhi bendati a meno di non avere qualcuno pronto ad aiutarci. Usare la testa e il buon senso. 
Intervista di  
Giovanni Piccirilli
Vanessa Scamarcia